Vengono di seguito presentati alcuni degli oggetti magici che si possono trovare nel mondo di Elolbia.
ANGELICA DELLA PACE: strumento musicale simile al liuto che ha l'effetto di rabbonire l'umore di chiunque ascolti il suono che produce.
SPECCHIO DEGLI INDOMITI: specchio magico creato nell’anno 0 Huk dai 7 maghi Brumonte, Butrem, Huldoas, Milarella, Castanio, Odeasia e Bellobed. La sua funzione fu quella di intrappolare Hoobridar e i karosor nella dimensione specchio. Ogni connessione con essa fu resa impraticabile per quattro secoli, tempo in cui lo Specchio mantenne la sua integrità. Nel 406 Huk però, l’oggetto andò distrutto per colpa di Borsian e Selsedro. Si ripristinò così la connessione tra dimensione specchio e dimensione elolbiana.
PENDAGLIO DI UHFIS: consiste in un semplice ciondolo nel quale è incastonata una gemma gialla. Nel caso in cui essa brilli di luce propria significa che vi è speranza. L’oggetto ha inoltre la capacità di aiutare chi lo indossi a conseguire i propri obiettivi. Nel tempo di questa storia è Laulicia, duchessa di Milua, a possederlo.
SABBIA DI UHLA: nel IV secolo Huk, la demone Uhla, impietosita dal pianto sconsolato di una bambina di nome Tauta, le donò un vaso contenente una sabbia magica grazie alla quale avrebbe potuto predire il futuro. Neanche ventenne, diventò l’indovina di fiducia del re di Gorgona, Neviore; a causa però di una sua infausta profezia circa il tradimento di suo figlio, Darmeno, all’epoca poco più che un ragazzo, che avrebbe stretto un’alleanza con gli adulatori del fuoco, fu imprigionata, torturata e successivamente esiliata da Gorgona. Il vaso e la sabbia magica furono per volere dello stesso Neviore gettati nelle acque del fiume Gredo, così che le fosse impedito di continuare a predire il futuro. Non tutta la sabbia però era andata perduta: in precedenza Tauta ne aveva donata una piccola parte a un’amica, che, venuta a sapere delle sue sventure, un giorno decise di restituirgliela per far sì che potesse continuare a svolgere le sue pratiche divinatorie nelle terre di Obridania e dintorni per guadagnarsi da vivere. Avrebbero circolato molte storie su di lei e, proprio a causa del fatto che la maggior parte di esse la mettevano in cattiva luce, non sarebbero stati in molti a chiederle consiglio: si diceva che avesse stretto un patto con il Male allo scopo di riavere indietro la sabbia perduta. Era opinione comune che le sue premonizioni potessero tramutarsi piuttosto in un’origine di nuove disgrazie.
SCUDO DI DIAMANTE: fu creato da Abas e da Ehla durante l’Era Antica. Si tratta di uno scudo che può rifrangere qualsiasi attacco magico venga scagliato contro di esso. Nel tempo di questa storia è la demone Uhak a possederlo.
CAMPANELLO DI KOTSI: trattasi di un piccolo campanello magico, creato nell’Era Antica dal defunto mago Kotsi, che tende ad aumentare la sonorità dei tintinnii qualora vi sia la presenza di karosor a brevi distanze. In circostanze normali non produce invece alcun rumore. Nel tempo di questa storia è il demone Quembo a possederlo.
GUANTI DI GORVAR: esistono due guanti con identiche caratteristiche. Nel tempo di questa storia, uno è posseduto dal demone Timows e l’altro dalla demone Uhpaos. Chiunque ne indossi uno può permettersi di trasformare se stesso in qualsiasi oggetto materiale inanimato venga da essi toccato. Si avranno così due oggetti uguali tra loro vicini, eppure solo uno di questi è l’originale. Colui che è trasformato nell’oggetto può decidere in qualunque momento e senza sforzi di tornare ad acquisire il proprio originario aspetto. Un vantaggio che la trasformazione comporta è la possibilità di non provare alcun bisogno fisiologico (ad esempio, bere, dormire o mangiare). Uno svantaggio invece consiste nel fatto che qualsiasi danno subito dall’oggetto è un danno arrecato direttamente a colui che è trasformato. È fondamentale quindi tenere conto anche della fragilità dell’oggetto in questione prima di scegliere di cambiare le proprie sembianze.
IHTRA: è soprannominata la regina di tutte le spade. È una spada magica appartenuta e forgiata dal mago Poa. Successivamente passò in eredità al figlio, Derad, con la quale è noto che abbia trafitto e ucciso il demone Brutis. Quest’arma aiuta chi la maneggi a opporsi alle seduzioni del Male. Ha la caratteristica di adattarsi col tempo alla forza di chi la brandisce. Dapprima infatti risulta essere molto pesante, ma successivamente acquisisce un’eccezionale leggerezza che ne facilita la maneggevolezza.
ELMI CHIODATI: copricapi realizzati in acciaio di Calefiria che i militi degli eserciti di Borsian sono costretti a indossare per servire la sua volontà, nonché quella di Uls. Su di essi sono presenti chiodi dalle punte sporgenti che possono penetrare la cute di chi li indossa. Così facendo, tramite un sortilegio maligno, si viene immediatamente plagiati dalla volontà del dio del fuoco, alla quale soggiacciono da subito i pensieri del soldato. L’identità della persona viene meno e le emozioni che questa provava in condizioni normali, specialmente la paura, vengono radicalmente annichilite per dare forma a un soldato imperturbabile e risoluto di fronte ai suoi obblighi.
POZIONE DELL'EQUO CONFRONTO: trattasi della pozione magica più preziosa del demone Brugugù. Consente a chi la beva di ottenere per qualche minuto la stessa potenza, in termini di punti mana, di un avversario che si sta sfidando, incluse le divinità. Venne creata aggiungendo alla miscela di partenza una lacrima della dea suprema Ehla, elemento che l’ha resa tanto unica quanto pregiata per le sue finalità.
SCETTRO DI BRUTIS: arma forgiata dal demone Brutis nel III secolo Huk. Consiste fondamentalmente in un contenitore di sostanza maligna, la quale può consentire a chi maneggi l’oggetto di utilizzarla contro eventuali nemici, generando il fuoco nero.
Brutis, insieme a Bratos, intendeva estrapolare la sostanza maligna da Hoobridar nel periodo di tempo in cui il mostro era imprigionato nella dimensione specchio, così da potersene avvalere per adempiere la volontà di Uls. Per questo scopo era necessario disporre dello Specchio degli Indomiti. Nerodore fu assoldato dai due demoni: il suo compito era quello di trovare lo Specchio. Successivamente, con i propri poteri di mago, avrebbe dovuto privare Hoobridar della sostanza maligna, senza però ripristinare il collegamento tra la realtà e la dimensione specchio. Lo stregone riuscì a sottrarre lo Specchio degli Indomiti a Gloomerg, ma perse la vita prima di poter portare a termine il suo lavoro. Da quel momento lo Specchio andò perduto e né Brutis né Bratos seppero più ritrovarlo. Fu Selsedro a riappropriarsene nel 406 Huk con l’ausilio di Pavidoere. Il meticcio aveva intenzione di portare a termine il compito che fu assegnato a suo padre e utilizzò lo scettro di Brutis per estrarre la sostanza maligna da Hoobridar. Avrebbe inoltre voluto rendere Borsian più forte. Selsedro però non era un mago e i suoi limiti umani furono cruciali. L’operazione riuscì solo in parte e lo Specchio andò distrutto prima del completo trasferimento.
Una piccola frazione dei poteri del fauthor e della sua sostanza maligna vennero estrapolati per andare rispettivamente a Borsian e allo scettro. Tutta la restante parte invece rimase a Hoobridar, che venne accidentalmente liberato dalla dimensione specchio.
MAGNETITE DEI COLLI PIETROSI: il minerale in questione ha la proprietà unica di trasformare il mana impiegato da demoni o semidei che vi entrino in contatto in un’energia magnetica proporzionalmente grande. In altre parole, il semidio o demone non ha modo di impiegare i suoi poteri quando si verifichi un contatto fisico con questi minerali. Tanto più mana egli consuma, tanto più la magnetite che ha addosso è in grado di calamitare gli oggetti metallici, anche relativamente distanti, che possono essere per grandezza e massa piuttosto pericolosi. Di conseguenza, l’individuo rischia di arrecarsi un grave danno da solo qualora venga urtato dagli stessi oggetti.
La magnetite dei colli Pietrosi viene esportata dalla Galenia in tutta Elolbia proprio per le sue caratteristiche. Viene usata soprattutto per realizzare manette che possano quindi imbrigliare e rendere vulnerabili anche gli esseri provvisti di mana.
IL CALICE DI ZUFIRIA: La zufiria è un silicato di rame estremamente raro in natura ed è per questo una pietra preziosa assai ambita in tutta Elolbia. È caratterizzata da un colore verde acqua brillante ed è risaputo che se ne trovi principalmente sull’isola di Alagonia, motivo per cui viene spesso chiamata “zufiria di Alagonia”. Secondo una fonte poco conosciuta risalente al 168 Huk, ossia un testo biografico di un noto navigatore originario di Saieffo, esisterebbe un calice creato dalla demone Uhwi che permetterebbe a chi beva liquidi attraverso di esso di rigurgitare pietre di zufiria. Ogni informazione potrebbe essere tenuta semplicemente segreta, ma dal momento che non è nota l’ubicazione di una sola cava di estrazione di questo minerale, alcuni pensano che bere attraverso quel calice (sempre che esista) sia l’unico modo possibile per dare forma ai cristalli di zufiria.