Trattasi di una preziosissima raccolta di scritti realizzata dal mago Butrem e dalla demone della memoria Uhma durante i primi anni dell’Era Nuova nell’intento di illustrare la genealogia divina e i principali accadimenti storici svoltisi in Elolbia nel corso dell’Era Antica. Per approfondimenti si veda il riferimento al mago Butrem in appendice all’interno della sezione “maghi più celebri”.
In principio era Ehla, generatrice di tutto ciò che sarebbe stato creato, dea primigenia della sapienza. Si narra di quando nell’Oltrerégno non esistevano né il tempo, né i luoghi noti agli uomini, ma, a parte lei, solo il Male, entità informe e anch’essa mai generata. Il Male fu in lotta con la dea fin dai tempi più remoti. L’unica scelta sensata per combatterlo efficacemente secondo Ehla era quella di servirsi dei propri poteri per dare vita a ulteriori divinità. Purtroppo, il Male avrebbe influito negativamente su tutto il creato e le divinità stesse non avrebbero potuto mancare di palesare delle vulnerabilità. Si poteva infatti incorrere nel rischio che il Male approfittasse delle debolezze dei singoli allo scopo di corromperli, riuscendo perfino a soggiogare la loro volontà. Tuttavia, Ehla non si fece scrupoli. Così, a sua immagine, foggiò per partenogenesi Olb, dio della terra, del tempo e dello spazio. Assieme a lui diede forma al mondo di Elolbia: una dimensione fisica contraddistinta da dissimili vincoli di spazio e di tempo rispetto a quelli inintelligibili dell’Oltreregno. All’interno di Elolbia le divinità avrebbero potuto manifestare indirettamente i propri poteri. Questo mondo avrebbe infatti rispecchiato la loro sacra esistenza e anch’esso non sarebbe stato libero dall’influsso del Male.
Elolbia fu creata per volere di Ehla perché lì, meglio che nell’Oltreregno, il Male sarebbe stato contrastabile, a dispetto della sua indubbia pericolosità (essendo promotore di corruzione e distruzione). Sarebbe stato compito delle creature che in seguito avrebbero popolato il mondo di Elolbia combattere il Male il più possibile, in fede al desiderio divino.
Dall’unione di Ehla e di Olb nacquero Uls, dio del fuoco, e Urn, dio dell’acqua. Come sua madre, anche Urn voleva essere giovato dalla possibilità di innamorarsi. Così Ehla lo accontentò generando Ehfra, dea del cielo.
Uls, invidioso del regalo concesso al fratello, si rivolse ai genitori in cerca di un’equa soddisfazione; ma quel che chiese non fu la possibilità di amare, bensì quella di coartare in qualche modo l’afflizione della noia che il Male gli recava. Olb allora plasmò il metallo per lui, un materiale solido, robusto e integro che col fuoco poteva essere modellato.
Dall’unione di Urn e di Ehfra nacque Ehrg, dea del freddo e della morte. Ben presto Urn espresse a Ehla la propria delusione, criticando sia la bruttezza estetica di Ehfra, sia il fatto che sua figlia non fosse abbastanza graziosa, grata e ossequiosa nei suoi confronti. Ehla scelse di assecondare nuovamente e per l’ultima volta il suo pretenzioso secondogenito. Impiegò perciò molto potere per plasmare Ehphor, dea del sole.
Dall’unione di Urn e di Ehphor nacquero: Alm, dio del vento, Elg, dio della vita, e infine Ehtas, dea della luna e della bellezza.
Gli sforzi di Ehla di soddisfare le richieste dei suoi figli le erano costati il dispendio di molti poteri; tuttavia Ehfra avrebbe iniziato a serbare molto rancore contro di lei, poiché aveva permesso a Urn di ripudiarla e di affiancarlo a un’altra dea. Dal momento che Ehfra desiderava semplicemente amare, infine Ehla scelse benevolmente di placare la sua gelosia creando apposta per lei un’altra divinità, di sesso maschile, ossia Oas, dio del vino, dei banchetti solenni e delle inebrianti feste. Nonostante fosse anch’egli una divinità, i poteri di Oas erano inferiori al confronto con quelli degli altri dèi. Ehfra comunque si accontentò e si unì felicemente a Oas, generando due dèi minori: Ehve, ninfa della seduzione e del piacere carnale, e Odyr, satiro della musica, delle arti e della poesia.
Di una generazione ancora successiva furono i gemelli Oryl, satiro del sonno, del silenzio e del riposo, ed Ehn, ninfa custode della notte, figli entrambi di Odyr e di Ehrg. Ma l’unione di questi ultimi non durò molto. Odyr presto si unì alla bellissima Ehtas, generando: Ehda, ninfa della castità e della fedeltà, Ehba, ninfa della fortuna, ed Ehqua, ninfa della salute.
Dall’unione tra Ehn e Alm nacque Aos, satiro psicopompo incaricato dello smistamento e del trasporto delle anime dei defunti nell’Oltreregno.
Infine, dall’unione tra Aos ed Ehqua nacque Abas, satiro dei viaggi, delle scoperte e delle invenzioni.
L’influenza del Male e di ciascuna di queste divinità avrebbe avuto atto nel mondo di Elolbia nel corso del tempo.
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Agli esordi dell’Era Antica il mondo era completamente privo di vita. Fu Elg a creare in Elolbia i primi esseri viventi, tutti di tipo vegetale. Caratteristica comune a ognuna di queste forme di vita era quella di nutrirsi di acqua e luce, fornite a dovizia dai genitori Urn ed Ehphor. Ma col tempo il mondo si colmò di piante e mancò quindi lo spazio per farne crescere di nuove.
Ispirato dal proprio estro in continuo sviluppo, Elg plasmò i primi animali erbivori, i quali avrebbero dovuto sfoltire la vegetazione elolbiana nutrendosi di essa. Eppure, ancora una volta, il problema di spazio non fu risolto, visto che il numero di questi erbivori presto diventò esageratamente alto. Elg non voleva correre il rischio che le piante scomparissero dalla faccia della terra. Se si fosse esaurita questa fonte di sostentamento gli erbivori sarebbero periti a loro volta. Dunque, Elg foggiò le creature carnivore allo scopo di ridurre massivamente il numero degli erbivori, ma fu molto attento stavolta alle proporzioni, tenendo sotto controllo le nuove nascite. Il numero dei carnivori doveva essere limitato per non alterare il nuovo equilibrio vigente. Non solo, la legge del più forte, di cui da sempre abbiamo fatto esperienza, in quei tempi antichi non esisteva: Elg tutelava i deboli e limitava le necessità dei forti.
Elg non tardò ad animare anche le prime creature onnivore per consolidare meglio l’integrità della catena alimentare. I carnivori si sarebbero nutriti con parsimonia per volere del dio della vita, aumentando il loro bisogno di cibo solo in particolari circostanze.
Poi, un giorno il Male contaminò con l’acredine l’animo della sorellastra di Elg. Ehrg era una divinità dall’aspetto ripugnante e dal carattere ostile soprattutto nei riguardi del padre, Urn, e della dea Ehphor, per la quale sua madre era stata ripudiata.
Ehrg osservò che agli dèi padri piacesse molto quello che Elg stava realizzando in Elolbia: erano orgogliosi di lui e lo allettavano con complimenti e consigli. Sicché, esaltata dalla propria perfidia, Ehrg decise di rovinare l’operato del dio della vita. Trasmise in alcuni animali carnivori (e onnivori) una voracità cruenta, per la quale avrebbero ucciso sempre fino a satollarsi.
L’abietto dispetto fu prontamente nullificato da Elg modificando la natura dei carnivori voraci e facendo sì che il loro apparato digerente diventasse intollerante alla carne, in modo che questi esemplari immondi non potessero più trovare niente di commestibile in Elolbia. Di conseguenza, sarebbero dovuti morire tutti di fame. Ehrg però non si arrese e nuovamente praticò i suoi poteri su questi carnivori voraci, restituendo loro la capacità di nutrirsi. Non solo, ingigantì a dismisura il loro odio intrinseco, permettendo che divenissero i famigerati mostri kàrosor.
I karosor presero da subito a uccidere le altre creature animali, poiché mossi da un brutale istinto distruttore. Sarebbero stati indenni all’invecchiamento e avrebbero potuto defungere esclusivamente se uccisi per danni fisici o, in casi estremamente rari, per inedia prolungata.
Come se un simile colpo alla biosfera elolbiana non bastasse, la dea del freddo attuò in Elolbia la prima era glaciale, la quale avrebbe portato rapidamente all’estinzione di molte specie animali e vegetali.
Il disastro che Ehrg aveva provocato incollerì tutte le altre divinità dell’Oltreregno, in particolare suo padre Urn. In qualche modo i karosor andavano sterminati e, dopo una lunghissima lotta, con l’avvicendarsi di ben tre ere glaciali (tutte seguite da periodi di disgelo), i poteri di Ehrg furono ridotti dagli altri dèi, i quali le inflissero ulteriori punizioni per le sue meschine ripicche. Fu condannata all’esilio dall’Oltreregno e venne relegata nelle Lande Glaciali, ossia nei territori più meridionali del mondo di Elolbia, sotto le sembianze di un’orsa bianca. Qui avrebbe dovuto eseguire per l’eternità il compito ingrato di sorvegliare, brutalizzare e purificare dal Male (in un pozzo di dolore) le peggiori anime dei morti che a lei sarebbero state condotte.
I karosor che ingombravano il mondo e che rischiavano di estinguere le creature viventi potevano essere sterminati mediante scelte estreme come quella proposta da Urn di allagare totalmente Elolbia per un decennio. Eppure, così facendo, l’intero operato di Elg sarebbe andato perduto. Allora, credendo che col tempo ogni ferita si sarebbe rimarginata, con l’immancabile ausilio di Elg, si arrivò a generare dei nuovi esseri viventi, denominati fàuthor. Questi avrebbero avuto l’unico fine esistenziale di uccidere i karosor. Contribuirono alla loro creazione con una piccola, ma sostanziale effusione del proprio potere tutte le divinità, a eccezione di Ehrg naturalmente (che comunque non deteneva più grandi poteri) e di Ehphor.
I fortissimi fauthor avrebbero dovuto vivere in Elolbia soltanto per il tempo necessario a eliminare a uno a uno tutti i karosor viventi per ripristinare l’equilibrio primordiale nelle catene alimentari terrestri. La loro unica mortale debolezza sarebbe stata la luce solare proprio a ragion del fatto che intenzionalmente Ehphor non aveva emesso neanche una minima parte del proprio potere nella loro creazione.
In Elolbia il sole non sarebbe più sorto per un mese intero, cosa che avrebbe concesso ai fauthor la possibilità di raggiungere lo scopo per cui erano venuti al mondo. Ciò nonostante, come fu deliberato unanimemente dagli dèi, una volta concluso il massacro dei karosor, i fauthor sarebbero dovuti scomparire a loro volta, soppressi dal potere luminoso del sole.
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Usufruendo del fondamentale contributo di Ehla e di Uls, (poco prima della comparsa dei fauthor) Elg aveva dato vita a sua immagine alla creatura che gli aveva richiesto maggior impegno: un essere onnivoro dotato di ragione, che si sarebbe distinto per intelligenza tra tutti gli altri, che avrebbe fondato città e dato soddisfazione alle divinità per il suo comportamento riverente e degno di fiducia: l’uomo. Questa stessa nuova specie rischiava di essere annientata dalla ferocia dei karosor, ma scese finalmente la lunga notte promessa. I fauthor comparvero sulla terra in tutta la loro dirompente e leggendaria potenza e parve da subito non esserci scampo per i karosor. Era sufficiente un fauthor per spazzarne via a branchi.
Le popolazioni di karosor si ridussero drasticamente in capo a una decina di giorni, ma il Male non rimase a guardare. Un altro dio subdolamente venne preso di mira e questo era nientemeno che Uls. Il dio del fuoco aveva osservato attentamente quanto gli dèi avevano dovuto faticare per sconfiggere Ehrg e aveva imparato dai suoi errori. Uls non provava risentimenti particolari verso alcuna divinità, ma era piuttosto spinto da un’insaziabile fame di potenza. Bramava di sostituirsi a Ehla, sua madre, e di scalzare la sua divina supremazia, giacché aspirava ardentemente a essere il solo e unico dio dell’Oltreregno.
Fin da subito Uls rimase impressionato dai fauthor, alla cui creazione lui stesso aveva contribuito. Era affascinato dalla vita che Elg era capace di foggiare nel mondo e il Male lo convinse presto che, se fosse stato in grado di distruggere le creature attualmente esistenti in Elolbia e a plasmarne di nuove, a lui succubi e dal Male dominate, tutti gli dèi si sarebbero progressivamente indeboliti per tentare di ripristinare l’ordine e non avrebbero potuto far altro che inginocchiarsi dinanzi al suo crescente strapotere.
Così, durante i giorni di buio, Uls tradì la fiducia degli dèi e rapì Elg, trascinandolo nelle infuocate viscere del mondo elolbiano. Impedì quindi, con i mezzi a sua disposizione, sia a Elg di scappare, sia alle altre divinità di scendere tra i magmi della terra fino al suo rifugio. Fu il caos più totale in Elolbia. Olb ed Ehla strepitavano d’ira contro il figlio, ordinandogli di liberare Elg, ma Uls non ne fu minimamente intimidito.
Elg iniziò a essere torturato tanto più aspramente quanto più si rifiutava di assecondare la folle richiesta del suo rapitore. Il dio del fuoco voleva infatti che Elg creasse delle nuove e tremende creature, facendo uso di tutti i suoi poteri, ai quali si sarebbero aggiunti quelli derivanti dal Male, nonché la dote del fuoco. La pressione di Uls a suo danno fu devastante e, a un certo punto, Elg accettò di assecondare le sue pretese.
Sulla terra comparvero gli immortali e ignivomi mùhranal, dalla corazza composta di un metallo impenetrabile, capeggiati dal loro invulnerabile leader, Mùlgaha. Si trattava di esseri divoratori di odio, loro unica fonte di sostentamento. Erano apparsi in Elolbia al solo scopo di annientare la vita e nessuno meglio delle creature fauthor avrebbe potuto competere con la loro suprema potenza. Ciò nonostante, erano anch’essi ben lungi dal saper eguagliare Mulgaha.
Gli dèi non agirono abbastanza tempestivamente per salvaguardare lo spirito e le capacità dei loro migliori guerrieri: anch’essi furono corrotti dal Male e divennero servi di Mulgaha. Per cui, col sussidio dei muhranal e di quei pochi karosor rimasti, i fauthor si resero partecipi della spietata distruzione della vita sulla terra. Il Male concesse l’immortalità e l’accrescimento delle proprie capacità anche ai fauthor e fu questo a sedurli innanzitutto. Con delle nubi di fumo nero avrebbero potuto ripararsi dai raggi del sole, casomai fosse ricomparso, vanificando quindi ogni intervento di Ehphor.
Mulgaha, manovrato dal dio del fuoco, voleva oscurare il cielo, far subentrare la lava alla terra e al mare e far sì che essa divenisse l’unica luce splendente su Elolbia. Poiché nessun dio fuorché Elg era in grado di foggiare creature viventi di nuova natura, le divinità che osteggiavano Uls si dovettero far bastare quelle esistenti e, in particolare, Ehla consigliò di prestare attenzione all’uomo come possibile paladino della vita.
Circa ottanta esseri umani furono scelti per combattere Mulgaha e i muhranal. Divennero semidei allorché Ehla, Olb, Urn, Ehfra, Ehphor e Alm ne potenziarono le doti. Accadde così che questi individui furono tramutati nei primi maghi. Grazie ai maghi e ad alcuni semidei sarebbero potuti nascere col tempo tanti demoni a supporto della fazione di Ehla. Le circostanze non erano comunque le più ottimistiche. Decine di maghi e di demoni perirono in una guerra orripilante contro le creature inviate da Uls, ma alla fine l’intervento della magia fu risolutivo. Trascorso qualche mese dalla sua comparsa, si riuscì a sospingere Mulgaha negli abissi marini, dove il caos che avrebbe generato non si sarebbe protratto affatto fino in superficie e dove anzi si afferma che cadde in un profondo sonno. Laggiù sarebbe stato tenuto immobilizzato dalle acque di Urn.
I muhranal furono invece pietrificati mediante il fondamentale intervento di Olb, che provvide a spegnere le fiamme laviche sulla superficie elolbiana.
I fauthor vennero sospinti dai venti generati da Alm nella zona più inospitale della terra, cioè presso le Lande Glaciali, dove l’esiliata Ehrg venne costretta a trattenerli.
Infine, i karosor in buona parte furono uccisi dai maghi che li cacciavano, sennonché molte di queste specie, sparpagliate per mare e per terra in Elolbia, sopravvissero nel corso dei secoli.
L’attacco di Uls fu fallimentare e, consapevole di non essere diventato abbastanza forte per sconfiggere da solo tutti gli altri dèi, dovette perciò ritirarsi nuovamente nelle viscere di Elolbia. Mulgaha non era però realmente sconfitto e Uls avrebbe pazientato con ansia nell’aspettativa che un giorno sarebbe emerso di nuovo nel mondo per tornare a manifestare il suo terrificante potere.
Se addirittura gli dèi non erano immuni alle influenze maligne, gli uomini e i maghi non potevano godere certamente di un simile privilegio. Molti stregoni scelsero infatti di diventare seguaci del Male e favorirono il ripopolamento dei karosor nel corso del tempo.
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Per oltre due millenni la civiltà umana ebbe modo di prosperare in Elolbia. Le città fiorirono con il commercio e l’affinamento delle tecniche agricole, edili e urbanistiche. Il sangue delle guerre tra gli uomini continuò tuttavia a sporcare le sabbie del mondo, sebbene le forze del Male furono sempre ben lungi da sopravanzare nettamente in questi secoli.
Persino la dea Ehrg sembrò aver messo da parte le proprie inimicizie verso i mortali, in quanto si innamorò di un mago che seppe accettare il suo aspetto fisico e il suo caratteraccio, ricambiando ai suoi sentimenti. Costui era Emean, il più famoso mago malvagio mai comparso in Elolbia.
Da Ehrg Emean ebbe addirittura sei figlie demoni e una di queste, Uhnn, la demone della solitudine e della malinconia, accecata da un odio fortissimo contro tutto ciò che è mortale (poiché lei stessa voleva somigliare perfettamente alla madre) si accinse a riportare i fauthor malvagi dove proliferava la vita.
Implorò i genitori di appoggiarla in questo suo perfido intento ed Emean l’accontentò. Dalla banchisa si staccarono enormi iceberg su cui fecero salire uno stuolo di fauthor. Emean e Uhnn volevano farli approdare sulla terraferma attraverso tali bizzarri mezzi di trasporto per ricominciare a far strage delle creature viventi.
Il loro intento fu tempestivamente contrastato dalle grandi divinità, le quali avrebbero fatto di tutto pur di impedire che una qualsiasi di quelle tremende creature potesse pervenire nelle terre elolbiane. Gli dèi Urn e Alm scatenarono forti tempeste nel mare di Ghiaccio e nel mar Narvàlo, attraverso i quali si inoltravano gli iceberg, nel tentativo di rovesciarli e di far inabissare i fauthor fuggiaschi una volte per tutte.
La demone Uhnn fu uccisa da un’eletta di Ehtas per il suo atto ribelle. Ciò non fece che incrementare maggiormente l’odio di Emean, il quale, in onore di sua figlia, avrebbe fatto di tutto pur di portare a termine l’impresa malvagia a cui aveva aderito.
In qualche modo un iceberg sfuggì alla furia dei mari e raggiunse le coste occidentali degli Stretti Boschi1, permettendo all’unico fauthor viaggiante di scendere a terra. Le popolazioni decodode2 gli avrebbero affibbiato il celeberrimo nome Hoobridar. Il suo potere era molto superiore a quello di qualsiasi mago e ormai non vi era più nessuno in Elolbia in grado di contrastare la potenza di un fauthor.
Gli dèi furono restii a mettersi d’accordo per creare nuovi combattenti capaci di debellare questa minaccia: si temeva che il Male, sempre in agguato, avrebbe poi sedotto anche costoro, riportando le circostanze a uno stato di criticità irreparabile.
Persino alcuni dei demoni più forti si astennero dalla lotta per vigliaccheria. Altri invece provarono a frenare l’avanzata di Hoobridar. Era comunque un avversario a tal punto imbevuto di potere oscuro che avrebbero potuto rimetterci la vita, o peggio, essere corrotti dalla sua stessa malvagità.
Una caratteristica dei fauthor era la loro assoluta indipendenza dalla volontà altrui: non avrebbero sottostato ai comandi di alcun dio (nemmeno a Uls), o creatura mortale. Per qualche ignota ragione avrebbero risposto soltanto al volere di Mulgaha e sarebbe stato estremamente complesso estirpare dai loro corpi il Male che li dominava. Ancora una volta toccava perciò ai maghi risolvere la situazione e purtroppo Hoobridar ottenne la totale lealtà di tutti i karosor sopravvissuti nei secoli, come già era accaduto ai tempi di Mulgaha. L’unione li avrebbe resi più forti. Si assistette a una massiccia migrazione dei karosor (fino ad allora sparpagliati in Elolbia) verso la regione degli Stretti Boschi, dove si trovava il fauthor e dove viveva la maggior parte dei maghi. Essi lo avrebbero seguito in ogni suo spostamento come dei servi obbedienti.
Emean in persona combatté contro i maghi che osteggiavano Hoobridar e riuscì a ucciderne due dei più noti: Ruor e Namina. Fu però a sua volta sconfitto e tolto di mezzo dal sommo mago Brumonte.
Anche la lotta contro il fauthor e i karosor segnò importanti sconfitte per i pochi maghi buoni ancora in vita e tra questi figuravo io stesso (Butrem). Ero retrocesso all’interno della vecchia torre di avvistamento di Novisgàrdia, città da lui distrutta in precedenza. Assieme a me in quella torre si erano rifugiati i maghi: Brumonte, Huldoas, Milarella, Gloomerg, Odeasia, Castanio e Bellobed.
Il demone Derad tenne testa al fauthor finché ne fu in grado; ma poi, terribilmente indebolito, dovette farsi da parte, ritenendosi a malincuore impossibilitato a proseguire lo scontro.
Il mago Brumonte fece presente come stavano le cose nel poco tempo che ancora avevamo a disposizione prima che Hoobridar ci desse l’assalto. Non saremmo stati in grado di eliminarlo neanche se avessimo lottato con tutte le forze che avevamo in corpo. Come se non bastasse, molti di noi erano stremati dalla fatica delle lotte appena compiute contro i karosor. Ne avevamo abbattuti parecchi, ma tanti altri ancora erano pronti ad attaccarci.
In ogni caso, il fauthor andava fermato e fu così che Brumonte propose di forgiare uno specchio magico. Esso, fintanto che avrebbe preservato la propria integrità, avrebbe trattenuto in un’altra dimensione sia il fauthor che i karosor ancora viventi. Non li si avrebbe così certamente sconfitti, ma si avrebbe perlomeno impedito che vagassero liberamente in Elolbia.
Per la creazione di questo specchio avremmo dovuto sacrificare i nostri poteri di maghi. Ehla ci accordò il permesso di farlo e così io e altri sei maghi ivi presenti forgiammo lo Specchio degli Indomiti e diventammo dei comuni esseri umani. L’unico di noi che non prese parte a questo atto fu il giovane Gloomerg, il quale fu selezionato da Brumonte per diventare il successivo custode dello specchio. Lo avrebbe dovuto portare in una foresta limitrofa, dentro la quale avrebbe vietato l’accesso a chiunque.
Fu così che, proprio quando ormai erano entrati nella torre, il fauthor e i karosor vennero imprigionati nella dimensione specchio, liberando Elolbia da questa temibile minaccia. Correva l’anno 0 Huk e da allora prese avvio l’Era Nuova.
Ancora oggi, se ci si reca nei luoghi in cui si trovavano precisamente determinati karosor (o il fauthor stesso) al momento in cui fu praticato l’incantesimo, se si pronuncia una nota formula3 e se si sfrutta il riflesso di uno specchio qualsiasi, si può restare paurosamente sorpresi dalla vista delle inerti figure di questi mostri, immobilizzate nel retropalco della realtà.
Di quel che sarebbe avvenuto ordinatamente nei secoli successivi alla mia morte non mi è dato sapere. Tuttavia la demone Uhla si fece ospite a casa mia una notte. La sua conoscenza brillava della medesima luce di Ehla quando mi espresse lietamente l’oracolo secondo cui, un giorno non lontano, un mio rampollo avrebbe affrontato Mulgaha nello scontro più grandioso mai verificatosi in Elolbia. Costui, mi disse, avrebbe causato la rovina di Uls.
SINTESI DI UHMA SULL'ERA ANTICA
• 410 milioni di anni prima dello 0 Huk: Ehla e Olb creano Elolbia. Ha inizio l’Era Antica.
• 200 milioni di anni prima dello 0 Huk: Elg genera le prime forme di vita vegetali.
• 120 milioni di anni prima dello 0 Huk: Elg genera i primi animali erbivori.
• 40 milioni di anni prima dello 0 Huk: Elg genera i primi animali onnivori e carnivori.
• Tra 500.000 e 15.000 anni prima dello 0 Huk: Ehrg trasforma gli animali carnivori in karosor. Inoltre, in Elolbia si verificano 3 glaciazioni (durate decine di migliaia di anni ciascuna), tutte seguite da un periodo interglaciale.
• Tra 13.000 e 7.000 anni prima dello 0 Huk: Ehrg viene sconfitta e relegata nelle Lande Glaciali. Ha fine la terza e ultima glaciazione del mondo elolbiano.
• Tra 9.000 e 3.000 anni prima dello 0 Huk: Elg, Uls ed Ehla generano i primi esseri umani.
• Tra 2.800 e 2.300 anni prima dello 0 Huk: 1) Tutte le divinità, eccetto Ehrg ed Ehphor, contribuiscono a creare i fauthor. 2) Uls rapisce Elg e lo trascina con sé nelle impenetrabili viscere del mondo. Lo costringe poi a generare Mulgaha e i muhranal e li invia a funestare Elolbia. Ha inizio la rivoluzione di Uls nell’Oltreregno. 3) Ehla, Olb, Ehfra, Ehphor, Urn, Alm selezionano 80 esseri umani e fanno sì che diventino la prima generazione di maghi. 4) Nel giro di alcuni mesi, la guerra contro Mulgaha finisce: Uls viene sconfitto, ma sopravvive e ritorna nelle viscere del mondo, dove ancora si trovava prigioniero il dio Elg. Mulgaha viene relegato negli abissi del mare che porta il suo nome e qui cade in un sonno profondissimo. I muhranal vengono pietrificati da Olb. I fauthor vengono confinati nelle Lande Glaciali. I karosor sopravvissuti rimangono dispersi nelle terre di Elolbia.
• Circa 2000 anni prima dell’anno 0 Huk: La dea Ehn lascia l’Oltreregno e va a vivere nella dimensione elolbiana, sull’isola di Alagonia (originariamente chiamata isola Murenia).
• 6 anni prima dell’anno 0 Huk: La demone Uhnn e il mago Emean tentano di riportare i fauthor nelle terre di Elolbia, facendo loro attraversare i mari del sud a bordo di iceberg.
• 5 anni prima dell’anno 0 Huk: Il fauthor Hoobridar riesce ad arrivare in Obridania e tutti i karosor si radunano in massa al suo seguito.
• Anno 0 Huk: Sette maghi imprigionano Hoobridar e tutti i karosor nella dimensione specchio servendosi di un incantesimo che li costringe a rinunciare ai loro poteri. Il solo modo che c’è per liberare Hoobridar e ripristinare la connessione con la dimensione specchio è annullare l’incantesimo. Ciò può essere fatto solo infrangendo lo Specchio degli Indomiti. Proprio per evitare una simile disgrazia esso sarebbe stato custodito dal mago Gloomerg nella foresta che porta il suo nome.
(consulta la sezione "Riferimenti temporali" per chiarimenti sulle ere e sugli acronimi Hud e Huk)